Passa ai contenuti principali

Platone

 "Se nelle città i filosofi non diventeranno re o quelli che son detti re e sovrani non praticheranno la filosofia in modo genuino e adeguato, e potere politico e filosofia non verranno a coincidere, le città non avranno mai tregua dai mali, e neppure, credo, il genere umano" (Platone, Repubblica)

Platone


Nato da una delle più importanti famiglie di Atene, il giovane Platone era destinato all'impegno politico-amministrativo, un'ambizione che viene però soffocata dalla profonda delusione di fronte all'ingiustizia e alla corruzione che osserva nei vari governi succeduti al potere della città:
- il governo sanguinario dei Trenta tiranni, dopo la sconfitta di Atene nella Guerra del Peloponneso;
- la restaurata democrazia, che si macchia a sua volta di azioni ingiuste.
La condanna a morte di Socrate, da un lato rappresentò la sconfitta di ogni aspirazione alla giustizia, dall'altro alimenta nell'animo del pensatore la volontà di promuovere una rinascita spirituale attraverso una riflessione filosofica in grado di orientare la società verso il bene.

L'ingiustizia per lui non è altro che la scissione tra politica e saggezza. Nella società dilagano sempre più le tendenze relativistiche e scettiche diffuse dai sofisti, secondo cui non esistono una verità o una morale assoluta e per i quali la forza delle argomentazioni risiede nella loro capacità di persuadere. Per questo, i giovani sono educati a utilizzare il potente strumento della parola per far valere il proprio punto di vista e i propri egoistici interessi.

Platone ritiene che soltanto la filosofia sia in grado di condurre a nuove e solide certezze intellettuali, sulla cui base edificare un rinnovato modello di società ordinata e giusta.

La fondazione dell'accademia

Platone istituì l'Accademia, che prese il suo nome dal luogo in cui la scuola fu fondata, ossia il parco dedicato all'eroe greco Accademo. La scuola costituiva un centro di ricerca scientifica dai tratti molto originali, che non trova analogie in nessuna delle nostre istituzioni universitarie o liceali. L'Accademia era un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse, ma soprattutto un importante luogo di studi, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico, in cui si dedicavano alla ricerca tanti giovani aristocratici di Atene e dell'intero mondo greco (tra i quali Aristotele), oltre ai filosofi, matematici, astronomi, scienziati.
Platone teneva le sue lezioni, sviluppando un dibattito interno molto ampio e approfondito. Gli obbiettivi dell'Accademia sono l'educazione etica e politica dei giovani. Si mantenne attiva per più di novecento anni fino a quando fu chiusa dall'imperatore Giustiniano.

Il dialogo

Per Platone l'essenza della filosofia è rappresentata del modello socratico, infatti la maggioranza delle sue opere ha forma dialogica. Si tratta della forma letteraria che meglio si presta a esprimere l'idea della verità come ricerca continua e interpersonale. Come già per Socrate, anche per Platone l'indagine filosofica procede con lentezza e fatica, tappa dopo tappa. Solo attraverso un'interrogazione onesta e rigorosa si può acquisire la scienza.
I dialoghi platonici sono popolati di personaggi che esprimono ognuno una propria opinione. Le varie prospettive sono quindi esaminate alla luce della ragione filosofica (impersonata da Socrate), in modo da raggiungere una definizione su cui tutti possono concordare.
I dialoghi platonici si propongono di raggiungere una conoscenza autentica e sono sorretti da una struttura logica rigorosa.
Le caratteristiche essenziali:
- gli interlocutori dei dialoghi sono persone ben identificate, in numero definito e limitato, al contrario dei sofisti che si rivolgevano a un uditorio vasto, quindi "indistinto".
- la finalità dei dialoghi è la ricerca della verità perseguita con metodo e rigore razionale, a differenza dei discorsi sofistici che tendevano a confutare le tesi avversarie e a convincere gli interlocutori.
- la procedura espositiva consisteva in dialoghi con discorsi brevi, con domande e risposte rapide, al contrario dei lunghi ragionamenti dei sofisti.

Il ruolo del mito

Il mito Platonico ha una duplice funzione:
- serve per comunicare in modo più accessibile e intuitivo dottrine particolarmente difficili;
- viene utilizzato per alludere a realtà che vanno al di là dei limiti dell'indagine razionale (es. l'immortalità dell'anima o l'origine dell'universo).

Commenti

Post popolari in questo blog

Platone: La dottrina etica (anima, amore e virtù)

"Quando all'uomo sopravviene la morte la parte dell'uomo che è mortale, come è ovvio muore, ma l'altra che è immortale, sana e salva e incorrotta se ne va via e si allontana, lasciando posto alla morte" ( Fedone , 106e)  Platone Il problema del senso della vita viene affrontato per la prima volta nel Gorgia , in cui il filosofo, confutando il sofista Callicle che sostiene una morale fondata sul piacere materiale e sugli interessi del più forte, afferma che l'unica vita degna di essere vissuta è quella improntata sul bene e alla virtù. Come aveva già affermato Socrate, l'obbiettivo autentico dell'essere umano è infatti la cura dell'anima; un'esistenza condotta in funzione del corpo e dei beni materiali è invece priva di qualsiasi valore. Che cos'è l' anima ? Per Socrate, l'anima si identificava con la vita interiore, e la "cura" dell'anima consisteva nella ricerca filosofica. Per Platone, che segue le dottrine orfiche e...

Platone: La teoria delle idee

 Platone Socrate aveva detto che l'anima diventa buona e virtuosa attraverso la conoscenza: se essa conosce ciò che è bene nelle varie circostanze, non può commettere il male. Quindi, Platone si pone il problema di stabilire che cosa siano il bene e in generale i valori assoluti a cui deve ispirarsi il sapiente per promuovere il rinnovamento sociale e in che modo si possa giungere a conoscerli. Il filosofo riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un'idea unica e soggettiva del bene, perché l'esperienza sensibile non è sorretta da un criterio univoco di verità.  Possiamo dire "Socrate è buono" e "gli dei sono buoni" in quanto esiste l'idea assoluta di Bontà, che costituisce il criterio solito e incontrovertibile che ci consente di formulare questi giudizi. Se non avessimo parametri oggettivi cui fare riferimento nel giudicare le cose, non potremmo pronunciare nessuna affermazione avente un valore universale. Tali parametri sono costituiti d...

Platone: La concezione della conoscenza

"Ciò che assolutamente è, è assolutamente conoscibile; ciò che in nessun modo è, in nessun modo è conoscibile." (Platone, Repubblica , VII, 350c)  Platone La conoscenza come reminiscenza Platone nel Menone  ricorre a un racconto di carattere mitico, in cui riprende la dottrina della reincarnazione delle anime (come all'orfismo, alla cultura orientale e ai pitagorici). Secondo il mito, prima che noi nascessimo la nostra anima, la psyché , cioè il principio spirituale che è racchiuso nel corpo e che costituisce l'essenza dell'essere umano esisteva nel mondo ideale, dove contemplava le idee e aveva piena conoscenza di tutto. Poi, costretta a reincarnarsi nel corpo come stordita da qualche violenza, è caduta nell'oblio, dimenticando quanto aveva appreso. All'anima è possibile, se opportunamente guidata, ricordare e ritornare gradualmente allo stato di sapienza e intelligenza che possedeva quando risiedeva nel mondo ideale. Secondo Platone, l'anima può cono...