Gli sviluppi della sofistica
Prodico e l'arte dei sinonimi
Il tema del linguaggio è ancora al centro dell'indagine dei sofisti successivi a Protagora e Gorgia. In particolare, Prodico di Ceo, oratore politico e educatore, ebbe un interesse particolare per l'etimologia delle parole (dal greco étymon, "vero", "verità", indica lo studio del significato originario dei termini). Riteneva che le parole avessero un'origine convenzionale, cioè che nascessero da un accordo dei popoli sui nomi da attribuire alle cose, e che attraverso l'indagine della loro storia si potesse ricostruire la civiltà delle varie comunità umane.
Egli sviluppò così l'"arte dei sinonimi", con cui classificò le molteplici sfumature dei differenti vocaboli aventi il medesimo significato allo scopo di evidenziare l'esistenza di una connessione tra il nome e la cosa.
Infatti, Prodico considera il mondo umano come frutto della cultura e del processo simbolico con cui l'uomo attribuisce significato alle cose.
Ippia, Antifonte e Trasimaco: il tema delle leggi
Ippia, nato a Elide verso la fine del V secolo, e Antifonte, nato ad Atene e contemporaneo di Ippia, teorizzarono la superiorità della legge di natura, immutabile e uguale per tutti in ogni paese, rispetto a quella positiva, cioè "posta" dagli uomini, mutevole e relativa negli vari Stati. Secondo questi sofisti, in base alla legge della natura gli esseri umani sono tutti uguali, mentre le leggi e le consuetudini sociali mettono in atto ogni sorta di discriminazione e ineguaglianza.
Trasimaco, nato a Calcedonia verso la metà del V secolo, fu un rappresentante del gruppo dei cosiddetti sofisti-politici, filosofi che si occuparono principalmente di tematiche etico-politiche. Egli arrivò ad affermare che le leggi non sono che strumenti di cui i gruppi più forti si servono per garantire i propri interessi a scalpito dei più deboli e che "il giusto è nient'altro che il vantaggio del potente". La giustizia, dunque, è l'insieme di norme inventate dalle classi potenti per garantire i propri priviliegi.
Dalla retorica all'eristica
Nel IV secolo a.C. si assiste alla dissoluzione del movimento sofistico. Gli epigoni della sofistica operarono una trasformazione della retorica in "eristica", che in greco significa letteralmente "arte di battagliare (con le parole)" al fine di ottenere una vittoria sull'avversario. Si riferisce in particolare ai sofisti della seconda generazione che esercitano questa arte solo con l'obiettivo di avere la meglio nei dibattimenti, senza tenere conto della veridicità o meno delle tesi avversarie.
Il pensiero filosofico, con questi sofisti, subì un impoverimento.
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